Spielautomaten mit Plexiglas-Schutzwänden

04.11.2020

Affrontiamo la crisi insieme

Blog del CEO del 04.11.2020

Bar, ristoranti, società sportive, teatri e organizzatori di eventi stanno risentendo fortemente dell’attuale situazione dovuta al coronavirus. Molti non sanno per quanto riusciranno ancora a resistere, mentre alcuni hanno dovuto chiudere, come è successo qualche giorno fa allo storico Hotel Ascot di Zurigo, dopo 27 anni di servizio alberghiero di primissima qualità.

Il 28 ottobre il Consiglio federale ha varato ulteriori restrizioni in risposta al forte nuovo aumento dei casi. In seguito a queste misure, le attività di ristorazione devono chiudere alle 23.00, mentre i bar e i club restano chiusi. I casinò possono invece rimanere aperti normalmente anche oltre le 23.00. I ristoratori sono contrariati perché non comprendono il motivo di queste differenze. Tuttavia, la spiegazione è chiara.

È importante sapere che dalle 23.00 i nostri casinò chiudono il bar e il ristorante interni e servono solo bevande analcoliche. Questa misura evita che chi è in cerca di divertimento continui la serata al casinò dopo la chiusura dei bar.

Inoltre, la maggior parte dei nostri ospiti viene a trovarci da sola o in coppia. In tutti i nostri casinò (Zurigo, San Gallo, Pfäffikon e Sciaffusa) vige l’obbligo di indossare sempre la mascherina e le slot sono separate le une dalle altre da pannelli protettivi. Gli ospiti si spostano pochissimo e indossano sempre la mascherina. Il nostro concetto di protezione ci permette di garantire un altissimo livello di sicurezza: infatti, dalla riapertura dopo il lockdown a giugno, nei nostri casinò non abbiamo registrato nemmeno un contagio.

Nei nostri casinò lavorano oltre 600 collaboratori. Nel 2019 abbiamo versato all’AVS 77,9 milioni di franchi in tasse sulle case da gioco. Sosteniamo organizzazioni culturali, associazioni sportive e istituzioni attive nel settore sociale. Quest’anno potremo contribuire in misura minore rispetto al passato, un aspetto certamente da tenere in considerazione.

La situazione del settore della ristorazione non migliorerebbe se anche ai casinò venisse imposto di chiudere alle 23.00; anzi, in questo modo andrebbero persi ricavi consistenti e i contributi a favore della collettività subirebbero una diminuzione. Il nostro obiettivo comune deve essere quello di permettere a quante più aziende possibili di tenere aperta la propria attività contestualmente a una riduzione dei casi.

Così facendo, predisponiamo gli strumenti che ci serviranno in futuro per sostenere i settori maggiormente colpiti dalla crisi dovuta al coronavirus.

Marc Baumann