Schutzkonzept

17.07.2020

Crisi del coronavirus: responsabilità delle imprese

Blog CEO del 17.07.2020

La crisi del coronavirus è arrivata all’improvviso e non è ancora passata. I dirigenti possiedono uno strumento chiave per affrontarla. Ma serve più consapevolezza. Le imprese hanno delle responsabilità.

Nella nostra relazione sul rischio di fine 2019, abbiamo ritenuto trascurabile il rischio di pandemia per la nostra azienda. All’epoca, in Cina circolavano già casi di una misteriosa infiammazione polmonare non ancora nota al resto del mondo. Pochi mesi dopo, il 13 marzo, abbiamo dovuto chiudere i nostri casinò. 600 collaboratori sono rimasti a casa per tre mesi ed è andato perso un quarto del fatturato annuo. Nessuno l’avrebbe mai immaginato. E lo stesso è stato per molte altre aziende in Svizzera e in tutto il mondo. Sia sul piano pubblico che privato il danno è incalcolabile. 
Quando all’inizio di giugno il Consiglio federale ha annunciato la fine del lockdown, la gioia è stata grande. A poco a poco, le persone sono cautamente tornate alla loro routine quotidiana e le città hanno ripreso vita. 
Per garantire ai nostri collaboratori e ospiti una permanenza sicura nei nostri casinò, abbiamo installato ampie e costose misure di protezione, ristabilendo così una parte di normalità. Gli ospiti sono tornati e si sono attenuti alle nostre indicazioni. Ciò ha funzionato perché i nostri collaboratori hanno dato il buon esempio e abbiamo incoraggiato i nostri ospiti a fare lo stesso fornendo loro indicazioni sia scritte che verbali nell’interesse del bene comune. 

La convinzione risiede nella consapevolezza
La paura di una seconda ondata è particolarmente diffusa tra i responsabili di piccole e medie imprese poiché le riserve sono nella maggior parte dei casi molto limitate e i danni causati dal primo lockdown sono colossali. Noi tutti vogliamo evitarlo. 
Ci sono aziende che valutano simili situazioni da una prospettiva diretta interna. Fanno solo quello che devono fare. Altre aziende, che rappresentano la grande maggioranza, si considerano parti integranti di un sistema collettivo. Tutte vogliono vendere efficacemente i propri prodotti, ma non a qualsiasi prezzo. Così, le misure di protezione sono costose, difficili per i clienti e riducono le nostre opportunità di reddito. Swiss Casinos fa parte della seconda categoria di aziende. Benché le misure di protezione implichino determinate condizioni, le applichiamo ai nostri ospiti perché siamo consapevoli di dipendere da un sistema generale. In questo modo ci assumiamo la responsabilità delle conseguenze delle nostre azioni, perché le aziende sono fatte di persone e sono pertanto una parte della società. Non sono realtà terze inavvicinabili e prive di lato umano.
Inoltre, le nostre misure di protezione trasmettono un messaggio ai nostri collaboratori. Diamo loro istruzioni, illustriamo la situazione e chiediamo di fare applicare le misure di protezione agli ospiti. Così facendo influiamo indirettamente sul loro comportamento. Se riusciamo a convincerli della correttezza delle misure, svilupperanno un comportamento rispettoso e vi si atterranno. I risultati si ottengono se siamo credibili e adottiamo le misure di protezione, perché ne siamo convinti e non perché «dobbiamo». 

In veste di CEO di una PMI con poco più di 600 collaboratori so cosa significa essere responsabile delle mie azioni. Il modo in cui agisco io stesso serve da esempio. La crisi del coronavirus non è ancora finita. Sappiamo tutti cosa si deve fare e come possiamo proteggerci. Facciamo la cosa giusta nelle nostre aziende e facciamolo con convinzione, così da rendere la nostra società unita.

Marc Baumann